CARTOLINE DA
SALSOMAGGIORE
I
Nell’anno 1360, apparve all'improvviso , nei dintorni di Bargone, Tabiano, Salso e Rivarola, un eremita il quale mise dimora nei boschi foltissimi che a quel tempo ricoprivano il territorio.
Era Orlando de’ Medici.
Discendente della famiglia Medici di Firenze ,forse del ramo milanese ,era comunque un nobile che giovanissimo abbandono' la citta' di provenienza e trovo' riparo spirituale nella Chiesa.
Chiesto consiglio a Dio sul modo di onorare al meglio la vita ricevuta in dono ,senti' una voce interna chiedergli di abbandonare patria,famiglia e ricchezze e di ritirarsi in un eremo .
ObbeÂdiente alla Voce Divina abbandono' la casa paterna, e si ridusse a vivere solitario e in preghiera
Da quell’istante il novello Eremita si diede ad una straordinaria peniÂtenza. Esposto alle intemperie delle stagioni non cerco' mai riparo e visse di frutti selvatici ,radici ed erbe.Solamente quando la neve sui monti impediva di trovare sostentamento andava a mendicare nei villaggi.
Indosso' solo una tunica fatta di giunchi e paglia,finche' trovo' per caso una pelle di capra e con quella si rivesti' e la porto' fino alla morte.
La maggior parte del giorno e della notte Orlando pregava e meditava..
Egli era solito meditare per cinque o sei ore tenendo continuamente le braccia elevate al cielo , o unite a mo’ di Croce sul petto, sostenendosi su un solo piede, e tenendo fisso lo sguardo nel Sole e nella Luna .
Ed era in questa contemÂplazione che spesso veniva raÂpito in estasi, e vedeva nei due grandi globi del firmamento la faccia di Gesù Cristo, che a Lui si manifestava per confortarlo, come Orlando stesso racconto' poco prima della sua morte.
Orlando fece voto di silenzio e nei ventisei anni della sua vita eremitica non proferì una sola parola fino agli ultimi giorni di vita.
Un giorno del 1386 alcuni cavalieri si trovavano nei boschi intentI a cacciare quando trovarono Orlando ormai in gravissime condizioni di salute, disteso in terra in un luogo ingombro di tronchi e di sterpi, vicino ad una rupe scoscesa, La fama dell'eremita negli anni si era diffusa e la marchesa di Bargone Antonia Casati di Cortona moglie di Nicoló Pallavicino,saputo del ritrovamento corse da Orlando per chiedergli di entrare al castello di Bargone per ricevere le necessarie cure.Non avuta nessuna risposta, la marchesa temette che Orlando potesse morire senza gli ulÂtimi conforti della Religione, per cui lo esorto' nuovamente di recarsi a Bargone, dove avrebbe chiamato, da Cremona il Padre Domenico dei Domenichi Carmelitano suo Confessore, il quale l’aÂvrebbe confortato in quegli ultimi istanti. Orlando alzò le mani al Cielo e piegando il capo mostrò di gradire l’offerta.
La notte seguente Orlando fu portato davanti alla porta della Chiesa ParrocÂchiale di Bargone, ma entro' in chiesa solo al mattino successivo e, rifiutato il letto offertÂogli dalla marchesa , si stese su un po' di paglia.
la voce che Orlando era a Bargone intanto si era sparsa e una moltitudine di persone erano giunte al castello.
Arrivo'anche Padre Domenico : salutò affettuosamente Orlando, e gli chiese se voleva confessarsi . Orlando fece cenno con la mano di allontanare tutti ,poi si chiuse nella chiesa con il frate che dovette insistere per fargli rompere il voto del silenzio.
il silenzio fu rotto dopo ben 26 anni da Orlando de Medici che racconto' a padre Domenico ,di aver intrapreso quel genere di vita mosso da ispirazione divina; e come da quel momento si fosse abbandonato interamente nella sua direzione.
Dopo la confessione il religioso testimonio' che dopo severo e diliÂgente esame aveva rinvenuto:
Non essere Orlando durante la sua vita solitaria caduto in nessun peccato di pensieri, di parole, d’opere,e
d’omÂmissioni.
I due passarono insieme alcuni giorni ragionando di religione finche' Orlando disse a padre Domenico che era giunta la sua ora ,perche' vedeva l’ Arcangelo Michele, cirÂcondato da altri Spiriti Celesti, tenere una Sindone candida in atto d’accogliere la sua anima .
Orlando mori' il 15 Settembre 1386.
Appena spirato avvenne un prodigio : le campane della Chiesa suonarono da sole ,senza intervento umano.
il Marchese Nicolò Pallavicino, fece trasportare le spoglie del Beato con solenne pompa a Busseto capoluogo del suo Stato; e ordinò venisse onorevolmente sepolto nell’ Oratorio di S. Nicolò, che si trova presso l’Insigne Collegiata, e Parrocchial Chiesa di S Bartolomeo.
Oratorio che successivamente venne chiamato del Beato Orlando, ed ora è deÂdicato alla Santissima Trinità .
Il culto di questo Beato, del quale il sacro corpo si conserva in un urna di marmo sotto l′ alÂtare maggiore
venne formalmente approvato e confermato da S. S. Papa Pio ÂIX il 22 Settembre 1853, e, se ne celebra la festa a Busseto e in tutta la Diocesi di Borgo S. Donnino il 13 Settembre d’ogni anno.
vVITA DEL BEATO ORLANDO DE MEDICI
DI IRENEO AFFO' 1784
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BEATO ORLANDO
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